Il governo populista di M5S e Lega nasce per fare gli interessi dei
padroni e dei ricchi, piegandosi a UE, NATO e Vaticano
Buttiamolo giù il prima possibile nelle fabbriche e nelle piazze!
Per un vero cambiamento ci vuole la rivoluzione socialista!
Dopo il voto di protesta del 4 marzo, che ha punito i partiti che hanno applicato la politica di
austerità e approfondito la crisi politica, il problema dei gruppi dominanti della borghesia è stato
quello di controllare e utilizzare le forze populiste per indirizzarle contro la classe operaia e le
masse popolari.
Questo problema è stato risolto, a forza di ricatti, ingerenze e pressioni interne e internazionali
(UE e NATO in testa), con il varo del “contratto di governo” e l’incarico a Conte per la
formazione di un governo populista e nazionalista, il “più a destra di sempre”, al servizio esclusivo
delle classi sfruttatrici.
Il patto firmato da Di Maio e Salvini è un’accozzaglia di sciovinismo e autoritarismo borghese,
misure antioperaie e militarismo, xenofobia e repressione.
Prevede il rafforzamento del complesso militar-industriale e la chiusura delle fabbriche (Ilva), le
riduzioni generalizzate del salario e l’attacco ai contratti collettivi (attraverso il “salario minimo”
per legge), lo smantellamento dei diritti dei lavoratori (assenti nel programma, come la sicurezza
sul lavoro), l’elemosina di Stato e il salvataggio delle banche con fondi pubblici, nuovi regali ai
padroni e ai ricchi (reintroduzione dei voucher, flat tax, etc.), l’espulsione e la prigionia dei
migranti nei lager, una politica di guerra più vicina all’ “interesse nazionale” (cioè l’interesse dei
monopoli italiani). Tutte le misure che irritavano l’oligarchia finanziaria e la Commissione di
Bruxelles sono state eliminate o sfumate. Si è persino introdotto un direttorio extra-costituzionale
per gestire le crisi e i “problemi di ordine pubblico”.
Il programma di M5S e Lega è la prosecuzione, con qualche variante, delle politiche antioperaie e
antipopolari seguite dai governi di centrodestra e centrosinistra, con l’accettazione dei vincoli UE.
I pagliacci Di Maio e Salvini si presentano come espressione degli interessi della borghesia
monopolistica, dei capitalisti della “green economy” e dell’informatica, degli agrari, delle piccole e
medie imprese, dei bottegai, di settori della magistratura, delle forze armate e della polizia, del
Vaticano. Il loro comune intento è intensificare lo sfruttamento della classe operaia per mantenere
profitti e privilegi.
La scelta di Conte come testa di legno a Palazzo Chigi (ex renziano, legato a Confindustria e alle
banche), quelle prospettate di Massolo agli Esteri (berlusconiano, esponente del complesso militarindustriale
e dei servizi segreti), del liberista-sovranista Savona all’Economia (ex ministro,
banchiere e direttore di Confindustria) e di Salvini all’Interno (dove continuerà la sua campagna
xenofoba e repressiva, armando la canaglia fascio-leghista col pretesto della “legittima difesa”)
evidenziano la natura di un esecutivo tanto reazionario quanto continuista. Le favole sul M5S quale
argine “democratico” sono smentite dai fatti: i pentastellati favoriscono l’ascesa della destra
xenofoba e fascista.
Potevano forse M5S e Lega formare un “governo di cambiamento”? No, perché in assenza di un
movimento rivoluzionario del proletariato, i rappresentanti della piccola e media borghesia non
possono che accordarsi su posizioni reazionarie con l’oligarchia che possiede i principali mezzi di
produzione e i capitali, che è ai vertici dello Stato e ha solide relazioni internazionali. Questa élite
è a sua volta interessata a raggiungere dei compromessi con i populisti avidi di potere per
mantenere soggiogata la classe operaia ora che il riformismo è in crisi profonda.
La realtà dimostra che le forze populiste, per quanto oscillanti ed eterogenee, sono puntelli di un
sistema in decomposizione, poiché difendono la proprietà privata borghese e la sacralità del
profitto, rafforzano lo Stato borghese e i suoi monopoli, garantendo fedeltà alle istituzioni
internazionali rapinatrici e guerrafondaie.
Allo stesso tempo, denunciamo il tradimento e gli inganni dei liberal-riformisti e dei vertici
sindacali colpevoli di tante sconfitte dei lavoratori. Il PD e i socialdemocratici hanno una enorme
responsabilità per aver favorito in mille modi la svolta reazionaria, così come i vertici sindacali che
da anni frenano e dividono gli operai, collaborando con i padroni.
Si va verso un periodo politico nero, di reazione antiproletaria e antipopolare, restrizione delle
libertà e dei diritti democratici, potenziamento degli apparati repressivi dello Stato contro operai,
lavoratori, giovani e migranti, contro le loro organizzazioni.
Gli operai, i lavoratori sfruttati, i disoccupati non dovranno aspettare molto per capire quale sarà il
“cambiamento” promesso da Di Maio e Salvini: la libertà di farsi conciare la pelle dalla mattina alla
sera senza alcuna tutela; di essere sbattuti per strada a piacimento dei padroni; di fare la fame
dopo una vita di lavoro; di essere assassinati in fabbrica per il profitto o di morire senza assistenza
sanitaria; di vedere i propri figli esclusi dal lavoro garantito, dalla scuola, dalla cultura, ma liberi di
arruolarsi per opprimere e massacrare altri popoli.
Le politiche populiste, nazionaliste e imperialistiche del pateracchio giallo-verde peggioreranno le
condizioni di lavoro e di esistenza del proletariato, determineranno un’ulteriore concentrazione
della ricchezza nelle mani di una minoranza sfruttatrice e l’accrescimento della miseria degli operai.
Approfondiranno il fossato fra Nord e Sud del paese. Daranno impulso a un più feroce saccheggio
dei paesi dipendenti.
Ma determineranno anche lo sviluppo della solidarietà e della resistenza degli sfruttati e degli
oppressi. Questo sarà il vero “conflitto di interessi” che farà saltare il fragile asse politico Di Maio-
Salvini che si regge su un programma rabberciato e un premier debole, mai votato dagli elettori.
E’ necessario riprendere subito e sviluppare la mobilitazione di classe, alzare il suo livello per
smascherare e mettere alle corde il governo giallo-verde. Lottiamo a fondo per la cancellazione di
legge Fornero, Jobs Act e Buona scuola, contro le misure a favore dei ricchi e dei padroni, contro i
licenziamenti, contro la xenofobia, l’autoritarismo e la repressione, contro la politica di guerra, per
il lavoro, il pane e la pace! Prepariamo lo sciopero generale per far cadere il prima possibile nelle
fabbriche e nelle piazze il governo nazionalista e populista di M5S e Lega!
Chiamiamo alla ripresa della lotta e alla formazione di organismi di fronte unico: consigli e comitati
di operai e disoccupati, di lavoratori sfruttati, di giovani e donne del popolo. Realizziamo in ogni
posto di lavoro, in ogni categoria, in ogni territorio, in tutto il paese, l’unità d’azione delle forze
proletarie che vogliono lottare contro questo governo della demagogia e del manganello.
Sarà questa l’opposizione politica e sociale di massa al nuovo governo dei padroni e dei ricchi.
Un’opposizione da sviluppare senza affidarci ai vertici sindacali e ai liberal-riformisti, che faranno di
tutto per mantenere la pace sociale, e senza fare il gioco dei settori borghesi che vogliono tornare
ai vecchi equilibri politici.
Urge l’unità di lotta di tutte le forze del proletariato e, sulla sua base, la più ampia coalizione
popolare contro l’offensiva capitalista, la reazione politica e le minacce di guerra, per far pagare i
capitalisti e i parassiti, per seppellire il neoliberismo, il populismo, il fascismo e il sistema che li
produce.
E’ sempre più chiaro che è impossibile uscire dalla rovina in cui ci trascina la borghesia senza
abbattere questa classe sfruttatrice e parassitaria, instaurando un Governo rivoluzionario degli
operai e degli altri lavoratori sfruttati che sorga dal movimento di lotta delle masse e si basi sui
suoi organismi per costruire una forma superiore di organizzazione sociale.
Per avanzare in questa prospettiva, la sola capace di spezzare le catene dell’imperialismo e
trasformare la società, i comunisti e gli operai d’avanguardia devono separarsi nettamente e
definitivamente dagli opportunisti di ogni tipo, organizzandosi per unire il socialismo scientifico con
il movimento operaio e avanzare verso la costituzione di un Partito politico indipendente del
proletariato, distinto e contrapposto a tutti i partiti e le formazioni politiche delle classi possidenti.
23 maggio 2018
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia


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