Questo non è un manuale di ateismo. Di manuali di ateismo ne esistono tanti, e di ottima qualità teoretica, ma quest’ opera colma un vuoto di importanza nodale nell’analisi dei due grandi filoni storico-filosofici in cui l’umanità si è divisa sin dagli albori.  Parlo dell’ insanabile (e sanguinoso) conflitto tra il paradigma idealistico-metafisico dell’esistente e quello costituito da una sua visione scientifico-materialistica.

Da un punto di vista astrattamente logico-formale, i due paradigmi, esistenza/non esistenza di una entità metafisica perfettissima e totalizzante, al di la ed al di sopra della materialità in perenne evoluzione storica, appaiono perfettamente equivalenti  e quindi degni di un approfondimento risolutivo.

Per la determinazione però della ineludibile scelta di quello sul quale incamminarsi è necessaria una disamina accurata e stringente degli sviluppi che ciascuna delle due ipotesi fondamentali pone.

Il testo di Solano offre nel modo più ampio e rigoroso ogni possibile elemento per una  scelta di campo storico-culturale.

In realtà i vuoti che esso colma sono due: da un lato viene documentato con straordinaria dovizia di inconfutabili dati bibliografici la ininterrotta continuità nei secoli dei vari filoni ideologici  esaminati del cristianesimo, dalla subordinazione al potere politico ed economico alla sua assunzione in prima persona; dall’accettazione dello schiavismo alla teorizzazione della violenza stragista contro ogni avversario, ivi incluse le altre sette cristiane in concorrenza; dalla subordinazione della donna fino al colonialismo, in sostanza il filo rosso che lega tutte le sette del dogmatismo metafisico al di la dei secoli e della localizzazione geografica;

ma sopratutto dimostra come la presunta “svolta rivoluzionaria” della chiesa di oggi altro non sia che la revisione formale degli stereotipi cattolici, di cui rimangono immutati, al di là della forma, tutte le caratteristiche strutturali.

La lettura delle centinaia di riferimenti storici accuratamente analizzati nella vastissima, impressionante, documentazione fornita da quest’opera, produce nel lettore un senso di straordinaria soddisfazione,o meglio un senso di rivalsa nei confronti di quella cultura oscurantista imperante fino ad oggi, che questi episodi nodali della nostra storia ha occultato sotto il tappeto di un pudico perbenismo.

Sono episodi la cui conoscenza, ad un lettore fornito di una preparazione storica di medio livello, non specialistica, è stata accuratamente negata, ma in ogni caso ne è stata negata la conseguenzialità, il filo rosso (o meglio nero) che le unisce e che Solano riesce magistralmente a ricostruire.

 

L’elemento distintivo di Concetto Solano è il suo non essere un filosofo  e uno storico professionista, nel preciso senso di non trarre dagli studi filosofici il proprio sostentamento, economico e di prestigio accademico. Gli è invece indispensabile sciogliere una serie di questioni filosofiche nodali per proseguire in quelli che sono i suoi interessi centrali, e cioè gli studi giuridico-sociali.

In tal senso ho avuto modo di constatare che il suo approccio è analogo a quello di noi cosiddetti “uomini di  scienza”, che mai potremmo approfondire questioni come quelle poste ad es.dalla fisica degli ultimi cento e più anni senza avere sciolto nodi epistemologici fondamentali, che vanno poi non a caso a coincidere esattamente con quelli che Solano affronta in questo lavoro.

Quelli che   costituiscono a mio avviso i nodi centrali a monte di ogni problema filosofico reale di ogni epoca.

Concetto Solano non si occupa di questi problemi per generiche esigenze di natura culturale, ma se ne fa carico in uno stato che definirei “di necessità cognitiva”.

Non essere filosofo professionista significa in realtà potersi muovere nel campo filosofico liberi dagli arrugginiti ingranaggi costituiti dalle scuole accademiche “ufficiali”, andare ad individuare i gangli irrisolti dello scontro culturale, e quindi politico, in atto da millenni ed ancora in corso.

Questo credo che sia il tratto caratteristico di questo lavoro, quello che ne fa uno strumento unico all’interno di uno scontro, si, storico-filosofico, ma anche, e proprio per questo, di assoluta attualità culturale e quindi politica.

Alla nota 18 Solano cita Democrito: “Gli uomini primitivi, osservando quegli eventi che l’uomo subisce, come i tuoni, le eclissi…….terrorizzati credettero che fossero le divinità a creare questi fenomeni”. In tal modo, individua nella condizione esistenziale di alienazione naturale, dominio della natura sull’uomo, la RADICE dell’alienazione religiosa. (già nel V° secolo a.c.!).

Pochi secoli dopo, nel  212 a.c.,  veniva ucciso uno dei più straordinari scienziati che l’umanità abbia prodotto, quell’ Archimede che riassume i ruoli di profondo epistemologo, matematico e fisico  sopraffino, e di abilissimo ingegnere, in grado quindi di applicare alla trasformazione della materia gran parte dei concetti che andava via via elaborando.

La comune vulgata parla della sua morte per via di un soldataccio dell’armata del console romano Marcello, che aveva violato le superiori consegne. In realtà Archimede DOVEVA morire, la sua esistenza era in totale conflitto con l’intera impalcatura dogmatico ideologica di un regime imperialista come quello romano, che mai avrebbe potuto accettare al suo interno un maestro del pensiero critico e libero. Ma dopo avere ucciso l’uomo, la repressione dogmatico-metafisica si accanì con ogni mezzo sulle sue opere,fino al raschiamento della pergamena che fungeva da supporto ad alcuni fondamentali suoi scritti, ed alla contestuale sovrapposizione sullo stesso supporto di litanie religiose (il ben noto Palinsesto).

Solo grazie ad una fortuita combinazione si è potuta ricostruire una parte centrale del pensiero archimedeo con l’analisi computerizzata delle tracce residue, che ci hanno permesso di constatare come le straordinarie scoperte logico-matematiche del XVI e XVII secolo erano state anticipate da Archimede di 18 secoli, che lo sviluppo scientifico-culturale del genere umano aveva subito una abissale battuta d’arresto e che nelle more aveva preso radicalmente piede quella cultura aristotelico-scolastica che ancora oggi ci troviamo dovunque, sia pure in forme diverse, come gravissima remora allo sviluppo del pensiero e della prassi.

Malgrado che grazie alla scienza, cioè all’umanizzazione della natura, si riduca via via l’alienazione naturale, abbiamo constatato che nel corso dei secoli l’alienazione religiosa è stata e continua ad essere un terrificante strumento di oppressione di classe. La casta teocratica è stata ovviamente la prima a godere degli  opprimenti ricatti sottostanti al dogma della esistenza delle divinità.

Dice Solano: “quando i valori metafisici (astratti) si concretizzano storicamente non possono che contaminarsi con gli interessi più bestiali del potere politico.”

Nei governi  teocratici, le due figure, politica e sacerdotale, coincidono, dando luogo alla quinta essenza dell’uso ad esclusivo favore della classe al potere di ogni bene rapinabile.

Ho sempre ritenuta improcrastinabile la lettura integrale delle Sacre Scritture, ma in particolare, per intelligere a fondo il ruolo della religione, e dell’intero corpus dell’ idealismo metafisico, come potente supporto di ogni regime oppressivo ed espoliatorio, consiglio alcune “perle”:

 

“Se volete la benevolenza del Signore, dovete portare in offerta ai suoi sacerdoti ogni tipo di offerta e sacrificio: offrirete bestiame grosso o minuto. Se l’offerta è di bestiame grosso, gli offrirai un maschio senza difetti” e ancora: “Questo sarà il diritto dei sacerdoti sul popolo, su quelli che offriranno come sacrificio un capo di bestiame grosso o minuto…. Gli darai le primizie del tuo frumento, del tuo mosto e del tuo olio e le primizie della tosatura delle tue pecore; perché il Signore Dio tuo l’ha prescelto fra tutte le tribù, affinché attenda al servizio in nome del Signore, lui, i suoi figli,  sempre”(DEUTERONOMIO,18).

“La mano del Signore mi condusse là, dove un uomo dall’aspetto bronzeo con in mano una canna di sei cubiti per misurare mi disse:  Figlio dell’uomo, attento, riferisci agli Israeliti quanto ti mostro. Il tempio era tutto recintato di un muro alto una canna e di spessore una canna. Misurò la soglia della porta: era di tredici cubiti, i pilastri di due cubiti. L’atrio della porta era verso l’interno. Misurò la larghezza dell’apertura del portico: era di dieci cubiti.. Le stanze a oriente erano tre da una parte e tre dall’altra… (EZECHIELE, 40,)

“ i sacerdoti non usciranno dal luogo sacro con le stesse vesti, che sono sacre, ma ne indosseranno altre per avvicinarsi al luogo destinato al popolo” (EZECHIELE, 44) “ ed ecco gli abiti che faranno: il pettorale e l’efod, il manto, la tunica damascata, il turbante e la cintura. Dovranno usare oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso. L’Efod avrà due spalline attaccate alle due estremità e in tal modo formerà un pezzo ben unito. La cintura per fissarlo sarà della stessa fattura, intessuta di oro, bisso ritorto, porpora rosso e porpora scarlatto”.. e così via  (ESODO, 28)

 

Ma,al di là dei regimi direttamente teocratici, l‘ipostasi metafisico-religiosa ha sempre fornito il basamento filosofico dei peggiori regimi criminali al mondo. Aggiungerò qualche esempio.

 

  1. Hitler – Mein Kampf , IV ediz., 1942:

Pag. 47 – La fede eleva l’uomo al di sopra dell’ esistenza animale e contribuisce a rafforzare ed assicurare l’esistenza. Si tolgano all’ odierna umanità i principii religiosi e morali corroborati dalla sua educazione ed aventi per essa un valore di morale pratica, abolendo l’educazione religiosa senza sostituirle nulla di equivalente: ne risulterà una grave scossa delle fondamenta dell’ esistenza. Si può stabilire che non solo l’ uomo vive per servire ideali superiori ma questi stessi ideali danno la premessa della sua esistenza come uomo. E così il cerchio si chiude. … fin quando il presentimento o il riconoscimento sentimentale non assumono la forza di una fede apodittica. E’ questo IL PRIMO  tra i fattori DI COMBATTIMENTO (m.r.) che apre una breccia all’accettazione di principi religiosi e spiana la strada….Un ideale eterno deve, quale stella polare dell’umanità, purtroppo tenere conto delle debolezze di questa umanità. La trasformazione di un’ idea generica, d’una concezione del mondo esattissima, in una comunità di credenti e di combattenti delimitata con precisione, rigidamente organizzata, una di spiriti e di volontà, è il compito più importante: perché solo dalla esatta soluzione di questo problema dipende la possibilità della vittoria. A tale fine è necessario che dall’esercito di milioni di uomini aventi, in modo più o meno chiaro, il presentimento e, in parte, la comprensione di queste verità, esca un uomo. Quest’ uomo dovrà, con forza apodittica,… foggiare granitici principii e condurrà la lotta per realizzarli …..

Pag 141 – Anche il cristianesimo non potè contentarsi di edificare il proprio altare: dovette per forza procedere all’abbattimento degli altari pagani. Solo partendo da questa fanatica intolleranza potè foggiarsi la fede apodittica, di cui l’intolleranza è appunto l’indispensabile premessa… nel mondo antico, assai più libero del moderno, comparve, con l’avvento del Cristianesimo, il primo terrore spirituale…da allora il mondo è pervaso e dominato da questa costrizione, e solo la costrizione spezza la costrizione, solo il terrore il terrore..

Pag.355 – “Dio onnipotente, benedici un giorno le nostre armi; sii giusto come sempre fosti; giudica ora se meritiamo la libertà; Signore, benedici la nostra lotta!”

 

G.Gentile – Che cosa è il fascismo – 1925:

…Ma c’è un’altra violenza, che è voluta da Dio e da tutti gli uomini che credono in Dio e nell’ordine e nella legge che Dio CERTAMENTE (maiusc. mio) vuole nel mondo….è una santa violenza. E gli uomini, a cominciare da Gesù, ad atti di violenza ricorsero sempre che ritennero fermamente che essi rappresentassero la legge, o un INTERESSE SUPERIORE  ED UNIVERSALE . Nella Chiesa cattolica non solo i domenicani, ma anche i seguaci di S.Francesco…..

Nell’ ideologia e nella retorica dell’imperialismo “liberale” USA il richiamo alla volontà divina è costantamente posto a fondamento delle imprese assassine volte a portare la “democrazia” in giro per il mondo.

Abbiamo sempre sotto gli occhi le oscene immagini del Cardinale Spellmann che benedice le sante bombe al Napalm destinate alle famiglie dei contadini vietnamiti.

In un periodo nel quale le contingenze storiche favoriscono chi sostiene la tesi che esista uno scontro tra civiltà, quella vera, la tradizione giudaico-cristiana, portatrice di civili valori di dialogo e di comprensione tra i popoli, e quelle selvaggiamente fanatiche, le sette islamiche, rimarcare come ben poca differenza corra tra le guerre sante della croce e della mezzaluna, è un dovere imprescindibile di ogni storico che si collochi in una posizione indipendente dai filoni “ufficiali” di pensiero.

Il richiamo, suggerito dal lavoro di Concetto Solano, ad eventi storici anche recentissimi, come le stragi dei cristiani copti in Etiopia nel ’36, la figura inquietante di un ultrafascista quale Padre Gemelli, noto razzista e sopratutto antisemita a cui risulta ancora oggi dedicato uno dei maggiori ospedali vaticani (nonchè gestito da organi governativi italiani), le stragi di antifascisti in Cile ed Argentina, benedette da mons. Pio Laghi e, in forma vagamente più sfumata, da Bergoglio, dovrebbe ristabilire ad abundantiam la realtà.

Ulteriore conferma della necessità assoluta dell’approfondimento di temi quali quelli affrontati in questo lavoro si ricava da una delle pratiche più importanti presenti in ogni struttura teologale, dal cristianesimo al buddismo, dall’islam  allo shintoismo: è il ruolo del mantra, dell’abolizione prolungata di ogni funzione cognitiva, della sospensione del pensiero.

Il rosario di  tradizione cristiana lo troviamo in ogni rito religioso a noi noto. Nel buddismo delle varie scuole in forme parossistiche. In tutti i casi la funzione è chiara, l’abolizione il più possibile dilatata di ogni contatto con la realtà, una sorta di droga immateriale. Se è vero che la religione è l’oppio dei popoli, i mantra, le giaculatorie, i catechismi, sono il distillato della droga, l’eroina pura al 100%.

Ancora una riflessione: ad ulteriore riprova di come problemi che potrebbero apparire astratte questioni ideologiche rivestano invece un ruolo di straordinaria attualità nella vita di ogni giorno di intere formazioni sociali, dobbiamo riscontrare il ritorno di un virulento attacco di circoli apertamente fascisti (oggi il termine è stato corretto in “sovranisti”, senza alterare la sostanza retrostante) su di un piano che viene presentato come filosofico ma che in realtà è solo il substrato su cui innestare una operazione politica ancora una volta tragicamente antipopolare.

L’operazione è quella che negli anni ’70 si chiamava “Nazimaoismo”, oggi “Rossobrunismo”.

In buona sostanza il recupero dell’ idealismo metafisico, ed in particolare della sua versione gentiliana, mussoliniana, la versione immediatamente legata al dogmatismo religioso, quale giustificazione esplicita per l’interclassismo corporativista violentemente imposto come da copione già visto negli anni ’20 , ’30 e ’40, e non solo. Operazione questa che assume il massimo dell’improntitudine con la autentica truffa ideologica secondo la quale alla visione filosofica delle varie correnti idealistiche non si contrappone altro… che un altro tipo di idealismo, il pensiero di Marx e Gramsci, grossolanamente e furbescamente distorto fino al punto da farlo penetrare esattamente dentro i canoni definitori di “idealismo”.  Come dire: il pensiero unico imposto ancora una volta per decreto ministeriale.

Non a caso proprio una accurata analisi del pensiero di Marx ed Engels, oggi considerato con supponente sufficienza da tanti professionisti a la page del pensiero filosofico, costituisce la logica conclusione dell’opera di Concetto Solano.

In questa sezione dell’opera Solano  imposta il percorso di Marx ed Engels in una chiave “eretica” rispetto alla tradizionale versione di tanti manuali del XX secolo: non più come figli discoli dell’ onnipresente Hegel, secondo la vulgata della linea ininterrotta Fichte-Kant-Hegel-Marx, bensì all’interno di un ben più articolato filo rosso che dai grandi rappresentanti della filosofia naturale greca, e dopo la asfissiante cappa della metafisica scolastica, riprende fiato a partire dal XV secolo.

Spinta dal dinamismo di nuove classi sociali emergenti, la reazione antimetafisica emerge già con Leonardo di cui riportiamo una breve riflessione: «E se noi dubitiamo della certezza di ciascuna cosa che passa per i sensi, quanto maggiormente dobbiamo noi dubitare delle cose ribelli ad essi sensi, come dell’essenza di Dio e dell’anima e simili, per le quali sempre si disputa e contende. E veramente accade che sempre dove manca la ragione suppliscono le grida, la qual cosa non accade nelle cose certe» .

Dello stesso periodo storico le fondamentali ricerche di Copernico, e, a seguire, lo straordinario sviluppo dei contributi di Ticho Brahe, Galileo, G.Bruno, Bacon, Cartesio, quasi che un recipiente troppo a lungo compresso fosse esploso fragorosamente.

L’intenso richiamo di Marx a Bacon esplicita in modo esaustivo come, se è vero che in un clima culturale totalmente impregnato dalla incombente figura di Hegel, Marx ed Engels non potevano non riferirsi continuamente e polemicamente al grande demiurgo, è vero anche che ciò non costituisce minimamente la prova di una presunta linea di continuità con il dominus della metafisica.

Ed è la dirimente demolizione della metafisica compiuta dal marxismo che costringe la teologia contemporanea ad un forsennato tentativo di radere al suolo le basi teoretiche del materialismo storico, così come impostato da Marx ed Engels.

Solano individua nelle opere di Benedetto XVI la punta avanzata della teologia contemporanea e ne affronta i nodi centrali dimostrandone in modo estremamente solido ed articolato sul piano teoretico la inconsistenza ed autocontraddittorietà, ma sopratutto la necessità da parte del pontefice emerito di “inventare” un Marx inesistente, un Marx caricaturale, a cui attribuite posizioni mai assunte.

Non certo a caso negli ultimi decenni si sono levati nei confronti del materialismo storico, il più profondo sviluppo della filosofia della natura, diffuse accuse di costituire una definitoria chiusura del dibattito filosofico, quasi volesse costituire il punto finale della storia del pensiero (il vate Popper, per citare uno tra i più noti detrattori).

Partendo dalla palese malafede di tale atteggimento,  Solano evidenzia come il Marxismo, che incarna proprio la metodologia scientifica, come evolutasi nel corso di più di due millenni, sia esattamente la concezione dell’uomo “come autonomo creatore di valori universali-storici, senza bisogno di ricorrere a garanzie metafisiche per legittimare l’universalità dei valori, cioè la loro portata umanizzante.

Nessuna potenza sopramondana può garantire l’uomo di possedere una verità definitiva ed eterna. Ma l’uomo è sempre nel piano della verità quando amplia i suo orizzonti e critica i suoi errori. È questa la verità critica e dialettica del pensiero marxiano”.

Vorrei chiarire meglio il ruolo delle posizioni dei detrattori alla Popper così diffuse nel tessuto culturale odierno. L’osservazione di Solano evidenzia una realtà inoppugnabile nella stessa costituzione della ricerca scientifica, sia essa focalizzata su temi di natura fisica, chimica, biologica o su temi di natura storico-sociale: lo scienziato non può ne mai ha potuto dormire sui caldi cuscini di una esperienza riuscita nel suo ambiente-laboratorio; un uomo di scienza non potrebbe essere  tale se non si ponesse come obbiettivo costante della sua vita di ricercatore, la continua verifica dei suoi risultati, estendendo gli ambiti ed i confini del suo “laboratorio”.

Non avevamo alcun bisogno delle ramanzine di Popper per sottoporre a continua “falsificazione” i risultati di un indagine che possa aspirare allo status di “scientificità”.

Certo, anche osannati uomini di scienza marxisti hanno  mancato questo essenziale requisito, T.D. Lysenko per tutti, ma il fatto stesso di essere stato sconfessato, a seguito di un profondo dibattito che ha coinvolto competenze scientifiche di ogni campo, dalla biologia alla filosofia, costituisce una clamorosa conferma del concetto espresso da Solano.

Vorrei aggiungere solo che se Lysenko fosse stato uno scienziato cattolico, sarebbe stato nominato Santo Subito.

 

Categorie: Appunti e note

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *