Io sono nato monarchico.

E non solo per motivi di calendario, nel ’43 eravamo in pieno Regno d’Italia, ma perchè l’idea che ci fosse un tizio a cavallo con barba, baffi e corona che si sarebbe preso cura di me anche da grande con l’amore e l’attenzione della mia mamma e del mio papà mi dava una grande tranquillità.

Poi a 10 anni allargai l’orizzonte, la tranquillità assunse una dimensione sociale, erano le socialdemocrazie alla scandinava che potevano darmi tranquillità a partire da quella diffusa nella intera società con un welfare dalla culla alla bara.

Ciononostante ero curioso di capire meglio cosa succedeva in giro per il mondo.

A 17 anni volevo capire che diceva ‘sto Marx di cui si parlava tanto, anche a scuola.

La fornitissima biblioteca di casa su questo articolo era del tutto sfornita, io volevo leggere cose “di Marx”, cose “su Marx” ne avevo lette tante, e per questo me ne andai una mattina di luglio alla biblioteca comunale che allora era nel bellissimo chiostro in legno alla villa. Mi feci prendere Lavoro Salariato e Capitale, mi scelsi un tavolo vuoto e mi misi a cercare di capire.

Dopo un po’ mi viene alle spalle un edile, vestito da edile con i regolamentari spruzzi di calce addosso, vede cosa ho in mano, si ferma e mi chiede, di brutto: – Ma tu Hegel l’hai studiato?- Io fui preso dai turchi, balbettai all’incirca che era programma del V° anno e che quindi l’avrei studiato l’anno seguente. Al che lui : – Sai, se non hai fatto Hegel, Marx non lo puoi capire fino in fondo. Riprendilo dopo, mi raccomando.-

Per me fu un trauma epocale, la scoperta del nuovo mondo.

Un partito che aveva la capacità di trasformare un “volgare” operaio edile in un intellettuale sporco di calce era la soluzione di tutti i problemi che mi giravano in testa.

Il libretto lo lessi lo stesso, tra l’altro in quella forma Marx si capisce abbastanza anche senza Hegel, ma almeno mentalmente quella mattina mi arruolai nel PCI.

Poi l’anno dopo, nel luglio del ’60, la manifestazione di Piazza Stesicoro con l’uccisione di Salvatore Novembre e decisi che non si poteva più stare a guardare, cominciai a scavare da buona vecchi talpa fino al ’68, e il resto è cronaca.

P.S. Ripensando più tardi a questo episodio, ho ricollocato le scuole di partito delle Frattocchie e di Ariccia in un clima culturale che vedeva Marx come “figlio ribelle” del grande idealismo europeo.

Oggi sono certo che non è così, che alle spalle di Marx c’è il grande materialismo europeo (fatemela passare), da Democrito ed Epicuro ad Archimede, a Leonardo, Galileo, Copernico….Ma questi in fondo sono dettagli rispetto alla storia principale che volevo raccontare.

E poi al PCI non mi iscrissi mai, certe compromissioni col potere democristiano non convincevano proprio, ed oggi non me ne pento di certo.

Categorie: Appunti e note

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